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Parco San Lorenzo

Indirizzo
Strada Falconiera 7, Pegognaga (MN)
Ente gestore
Comune di Pegognaga
Attività

Cosa puoi fare

Il Parco ha un'estensione tale da renderlo ideale per passeggiate da soli o in famiglia. Seguendo il sentiero che costeggia i due laghi, è possibile compiere due percorsi ad anello immersi nella natura, uno leggermente più breve dell'altro, percorrendo la striscia di terra tra i due laghi. Nei pressi del Parco si trova anche il JoPark, parco avventura per bambini, che si può aggiungere ad una giornata dedicata alle attività coi più piccoli. All'interno del Parco è presente anche l'Oasi Falconiera, un'area normalmente chiusa al pubblico, visitabile soltanto con la guida dei Volontari dell'Associazione WWF Mantovano, che presenta due osservatori dai quali ammirare l'avifauna tipica del Parco. Lungo tutta l'area del Parco San Lorenzo sono inoltre presenti sculture in legno e cartellonistica che racconta la leggenda di Doraluce del Lago, oltre ai Bee Hotel, casette costruite per garantire ospitalità alle api solitarie ed elemento didattico per i più piccoli.

Descrizione dell'area

Frutto dell'intervento di recupero di un ex comparto di escavazione di argilla, fortemente voluto dalla comunità pegognaghese, il Parco San Lorenzo fu il primo Parco Locale di Interesse Sovracomunale della provincia di Mantova e tra i primi nella Regione Lombardia e oggi rappresenta un mirabile esempio di valorizzazione paesaggistica, naturalistica e sociale.

L’area si sviluppa attorno a quattro specchi d'acqua originati dalle attività estrattive, ha un'estensione complessiva di 56 ettari, 37 dei quali destinati a verde pubblico, 12 all'oasi naturalistica "Falconiera" e 7 occupati da un'area archeologica di età romana (Il sec. a.C. - IV sec. d.C.) al centro della quale è insediata la Pieve matildica di San Lorenzo che dà il nome al Parco.

Accanto ai centri visita, ai sentieri, alle aree di sosta e alle cave per la pesca sportiva, sono presenti un percorso botanico, una stazione di inanellamento dell'avifauna e capanni per l'osservazione faunistica.

Il Parco è collegato al centro abitato di Pegognaga non solo attraverso la viabilità ordinaria, ma anche da una pista ciclopedonale. I percorsi interni, inerbiti o in terra battuta, in condizioni di bel tempo sono comodamente percorribili a piedi o in bicicletta. L’accesso è libero e consentito in tutti i periodi dell'anno; fa eccezione l'Oasi Falconiera, ad ingresso regolamentato per limitare il disturbo alla fauna.

La gestione dell'area fa capo al Comune di Pegognaga che si avvale dell'attività di volontariato di numerose associazioni locali attive in diversi campi. Negli anni il Parco San Lorenzo è diventato un punto di riferimento per l'intero territorio sia come luogo di svago, sia per le iniziative di educazione ambientale, sia per l'elevato valore naturalistico e per la biodiversità. Nel 2007 è così entrato a far parte del Sistema Parchi dell'Oltrepò Mantovano (SIPOM), il coordinamento degli enti gestori delle 7 aree protette dell'Oltrepò che nel 2008 ottenne da Europarc Federation l'importante riconoscimento della Carta Europea del Turismo Sostenibile.

Storia

Il Parco San Lorenzo nasce dall'esigenza di riconvertire a destinazione pubblica un'area dedicata a polo estrattivo di argilla, garantendo in tal modo il recupero di un'area degradata. I quattro laghetti di falda, che caratterizzano l'area posta a est dell'abitato di Pegognaga, sono infatti elementi residuali delle escavazioni di argilla operate dalla fornace "Cà Rossa" fino agli anni Settanta-Ottanta. Nacque allora l'idea, fortemente sostenuta dall'Amministrazione Comunale e dalle Associazioni ambientaliste locali, di promuovere l'istituzione di un Parco inteso come "Luogo della storia e della natura padana". Dopo anni di dibattiti e svariati atti amministrativi che portarono all'acquisizione pubblica dei terreni, la Regione Lombardia il 21 febbraio 1990 istituì il Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) San Lorenzo, il primo in provincia di Mantova e uno dei primi in Lombardia.

La progettazione per il recupero dell'area, eseguita in collaborazione con la LIPU, portò alla definizione di un piano particolareggiato che, eseguito per stralci successivi, condusse alla realizzazione di percorsi e infrastrutture (centro visite, aree di sosta, percorso vita e capanni di osservazione), all'impianto di migliaia di alberi e arbusti e al rimodellamento della cava più meridionale, destinata a oasi naturale, per favorire la sosta dell'avifauna.

Flora e fauna

La flora rispecchia la duplice vocazione del Parco alla ricreazione e alla conservazione della natura. Le aree a verde pubblico sono caratterizzate dalla presenza di numerose piante di pregio paesaggistico e ornamentale, mentre l'Oasi Falconiera è contraddistinta da un più attento impiego di specie autoctone finalizzato a ricreare un ecosistema naturale planiziale di elevato valore ecologico. In entrambi i casi l'alternanza di siepi, filari, boschetti e prati contribuisce al mantenimento di elevati livelli di biodiversità, garantendo un'insostituibile fonte alimentare e un variegato insieme di ambienti fondamentali per la riproduzione e il rifugio di numerosissime specie animali.

Complessivamente il Parco ospita un centinaio di specie arboree e arbustive e annovera al proprio interno le principali componenti della flora della Pianura Padana con presenza di "rivali" naturali già esistenti. Tra le specie arboree autoctone è possibile osservare l'Acero e l'Olmo campestre, il Salice bianco e cinereo, i Pioppi bianco e nero, la Farnia, il Carpino bianco, il Frassino ossifillo, il Ciliegio, il Melo e il Pero selvatici; tra le arboree ornamentali il Liriodendro, l'Ontano napoletano, il Tasso, il Cipresso delle paludi, il Platano, i Salici piangente e tortuoso; sono inoltre presenti alberi da frutto come Noce, Mirabolano, Mandorlo, Nespolo e Gelso.

Tra gli arbusti, che con le loro bacche e drupe rappresentano una fondamentale risorsa alimentare per numerose specie di uccelli e mammiferi, si segnalano Sanguinella, Nocciolo, Biancospino, Frangola, Rosa canina, Spino cervino, Sambuco, Prugnolo, Fusaggine tra le specie autoctone; tra le esotiche di pregio ornamentale Ibisco, Forsizia, Agazzino, Bosso e Ginestra.

Nei prati, nella parte del parco ad accesso libero, all'interno di apposite "isole di vegetazione" lasciate all'evoluzione naturale, è possibile osservare specie erbacee dalle caratteristiche fioriture come Tarassaco, Margherita, Veronica, Viola, Croco, Farfaro, vari tipi di Ranuncolo, Salvia dei prati, Malva, Camomilla, Carota e Aglio selvatici, Cicoria e Veccia, solo per citarne alcune.

Vi è infine la vegetazione igrofila insediatasi spontaneamente lungo le rive dei laghetti e del canale di bonifica del Consorzio Terre dei Gonzaga in Destra Po tra cui si annoverano elofite come Canna palustre, Tifa, Carici, Iris palustre e Salcerella, rizofite quali Vallisneria, Miriofillo, Potamogeto e Poligono, e pleustofite come la Lenticchia d'acqua.

Da segnalare la presenza di un percorso botanico liberamente fruibile costituito da 150 piante dotate di un cartellino identificativo che riporta per ciascuna di esse il nome scientifico, il nome comune e la famiglia di appartenenza.

Il Parco San Lorenzo rappresenta una delle aree più interessanti per l'avifauna dell'Oltrepò mantovano e, più in generale, di tutta la provincia di Mantova. Le indagini condotte a partire dal 1986 hanno permesso di accertare la presenza di ben 180 specie di uccelli, di cui 35 nidificanti e 46 svernanti regolari. Tra le specie nidificanti vanno menzionate Airone cenerino, Airone guarda buoi, Garzetta, Nitticora, Tarabusino, Svasso maggiore, Tuffetto, Cannareccione e Cannaiola comune; in inverno, al tramonto, è possibile osservare dormitori di Cormorano, Airone bianco maggiore, Airone guardabuoi, Tarabuso, Colombaccio e Gazza, con consistenze numeriche importanti a livello provinciale e regionale. Il visitatore può inoltre osservare nel corso delle varie stagioni interessanti specie migratorie come Smerghi, Strolaghe, Morette, Moriglioni e Mestoloni. Tra i rapaci che solcano il cielo del Parco o che si fermano anche per alcuni giorni a rifocillarsi è possibile imbattersi nel Falco pescatore, nel Falco di palude, nell'Albanella reale, nel Falco pellegrino e nello Sparviere, oltre che nella più comune Poiana. Più difficili da osservare, ma che comunque tradiscono la loro presenza con il canto, sono i piccoli Passeriformi: nelle giornate di primavera è possibile udire il canto di Capinere, Merli, Usignoli, Cinciallegre e Verdoni.

L'articolato mosaico ambientale, caratterizzato dall'alternanza di specchi d'acqua, macchie arboree e arbustive e spazi aperti, garantisce la presenza sia dei rettili più comuni della Pianura Padana come il Biacco, la Lucertola muraiola e il Ramarro, sia di specie più strettamente legate agli ambienti umidi come la Natrice dal collare e l'ormai rara, tanto da essere tutelata a scala europea, Testuggine di palude. Tra gli anfibi si segnalano il Rospo smeraldino e la Rana verde. Non mancano poi ospiti indesiderati come le esotiche Rana toro e Testuggine dalle orecchie rosse, quest'ultima particolarmente temibile per la competizione che esercita nei confronti della preziosa Testuggine di palude.

Da alcuni anni nel territorio del parco è presente la Nutria (Myocastor coypus) come specie alloctona oggetto di un piano di contenimento secondo i dettami e con le modalità dell'apposito piano provinciale.

Manufatti
I manufatti che puoi trovare all'interno dell'area.
Non sono presenti dei manufatti in quest'area.
Galleria
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Primavera/Estate

Parco San Lorenzo