I lavori di bonifica già avviati dall’antichità fino al Medioevo, sono perfezionati con il grande piano di bonifica di Cornelio Bentivoglio a metà del Cinquecento. In tale complesso si inserisce il manufatto originario della chiavica (oggi anche chiamata Chiavicone) di Bondanello utile per convogliare l’acqua da scaricare poi nel fiume Secchia. L’edificio, dalle linee essenziali e privo di elementi decorativi, molto rimaneggiato soprattutto nel Novecento, conserva tuttavia una sua bellezza austera, tipica dei manufatti rinascimentali. In origine era una struttura massiccia a pianta rettangolare, interamente in mattoni, con due ali laterali che fungevano quasi da “speroni”, collocata a ponte su tre luci. Il sistema di regolazione era costituito da tre porte vinciane (una sorta di portoni a vento voluti dal Bentivoglio per aprirsi e chiudersi in maniera automatica, a seconda della pressione esercitata dalle acque e dal loro livello, facendole scorrere in un’unica direzione) e da paratoie che regolamentavano il deflusso e impedivano l’accesso delle acque. Nel primo trentennio del secolo scorso furono eseguiti i primi pesanti rimaneggiamenti del Chiavicone. Nel 1960 l’impianto fu in gran parte distrutto da un’alluvione, che demolì i corpi laterali e la facciata sud-ovest. Da quel momento venne innalzato il tetto, trasformandolo da padiglione di quattro falde a due falde, venne sostituita la facciata distrutta con una pesante struttura in cemento, snaturando completamente l’aspetto antico, che oggi si legge ancora per fortuna sulla facciata di nord-est. Attualmente i prospetti del manufatto, su due livelli, sono nuovamente intonacati secondo la tradizione costruttiva del periodo originario. Nel 1969 iniziano i lavori di edificazione per una nuova chiavica, più moderna e funzionale, a nord-est della vecchia chiusa: un edificio in cemento armato prefabbricato, su solaio posto a ponte sul Secchia, dalle caratteristiche basilari ed efficienti, con copertura a due falde in cemento e capriate prefabbricate. A unica sala, include 4 paratoie supplendo alle saracinesche delle porte vinciane dell’antica chiavica, non più funzionanti ma ancora presenti, per potere mantenere a regime il corso della Parmigiana-Moglia.