L’impianto idrovoro di San Siro viene ultimato nel 1926 nell’ambito della Bonifica Parmigiana-Moglia allo scopo di scaricare nel Secchia le acque dei territori delle province di Reggio Emilia e Modena che si trovano al di sotto della quota di 25 m sul livello del mare (acque basse).
L’impianto ha caratteristiche formali e impiantistiche simili a quello di Mondine a Moglia (1922-26), sebbene sia di dimensioni più grandi.
Entrambe le strutture sono un esempio di applicazione del cemento armato, che consentiva grande libertà nella disposizione delle aperture e nella loro estensione. Il corpo centrale accoglie un’unica grande sala.
Sebbene si tratti di un’architettura industriale, l’interno è imponente ed elegantemente decorato. Ricchi materiali di rivestimento fanno da contorno alle otto pompe Riva di Milano, datate 1925, ancora funzionanti, collocate ad un piano più basso rispetto a quello d’ingresso, e alle 6 paratoie sempre di Riva, in ghisa e acciaio del 1924.
Entrambi i livelli della sala sono rivestiti da lastroni di marmo, posati in diagonale, dal caldo colore giallo. Il soffitto, sostenuto da travi prefabbricate in cemento e acciaio, è dipinto a fasce longitudinali abbellite con arabeschi geometrici in tonalità ocra e terracotta, decori che continuano sulle pareti incorniciando le finestre e le lesene. Gli interni sono illuminati da un elegante impianto di illuminazione a parete.